Museo delle Miniere “Zanalbert” – Colere – BG

6 Maggio 2011

Località Colere (BG) Studio Marchingenio s.r.l.

Promosso dall’Ecomuseo delle Orobie, il Museo delle Miniere di Colere nasce dalla rinnovata ricerca e riscoperta di un recente passato, che rende manifesta l’identità storica e culturale della comunità locale.

Innumerevoli sono, infatti, sul territorio ecomuseale, i siti storici di fondamentale importanza quali preziose tracce dei tradizionali antichi mestieri legati all’estrazione del ferro. L’itinerario ecomuseale della Strada del Ferro ne promuove la fruizione, connettendoli in un sistema complesso di visita e scoperta.

Chiara è la volontà da parte dell’Ecomuseo delle Orobie di far emergere, all’interno di un contenitore storico, anche per immagini e simboli, le tracce del passato del proprio territorio, di una realtà socio-economica fatta di privazioni e povertà, di un viver quotidiano di fame, lavori duri e fatiche disumane, ma anche di sentimenti e dimostrazioni di umana solidarietà.

Quale luogo simbolo del ricordo, il Museo delle Miniere si fa sintesi di un passato, con le inedite sfumature della sua storia, teso alla riscoperta di modelli di vita che, fino a pochi decenni fa, hanno caratterizzato l’esistenza e l’economia della comunità locale.A testimonianza della storica vocazione geomineraria del territorio, l’intervento ha previsto il recupero e la riqualificazione del complesso di archeologia industriale, in località Carbonera, costituito dalle antiche laverie dei minerali che qui vi venivano trasportati dalla località Albani (a 2000 mt. di quota) attraverso una teleferica, dopodiché venivano lavati, stoccati e trasportati.

La grande vetrata della serra ricorda, attraverso colori e citazioni, la storia delle miniere di Florite di Colere; all’interno, carrelli, antiche cariole, picconi, indumenti originali e caschi testimoniano le differenti attività minerarie.

Mentre il color rosso sangue delle pareti ricorda i numerosi minatori che hanno perso la vita in queste miniere.

Salendo attraverso la scala originale in legno, opportunamente restaurata, si raggiunge il livello superiore, dove un percorso su ballatoio illustra le fasi di lavorazione dei minerali estratti. La grande vasca “a laveria”, che si sviluppa a tutta altezza sui due livelli; mantenuta con acqua in movimento, ha il compito di ricreare i momenti più salienti della fase di lavaggio.

Le aree esterne al Museo sono state adibite a giardino didattico, nuovo spazio pubblico in dotazione a tutta la comunità. Inoltre, il giardino si fa punto di partenza e arrivo per gli escursionisti, che proprio a pochi passi possono imboccare il sentiero orobico per il Rifugio Albani ed il vicino ex-villaggio minatori, complesso attualmente al centro di un intervento di recupero e valorizzazione: primo passo di questo progetto è stato la ristrutturazione della Baita Trieste ora Centro di Interpretazione dell’Ecomuseo sull’alpinismo e l’escursionismo.