La rigenerazione ambientale: il fondamentale ruolo degli alberi

30 Giugno 2021

Pianificazione e scelte sostenibili sono necessarie per tutelare il benessere nelle aree urbane.

Le città stanno affrontando sfide importanti per la loro qualità della vita e per la gamma di opportunità che gli ambienti urbani possono offrire ai loro residenti. Si può parlare di tre principali sfide per la rigenerazione urbana sostenibile: ambientale (cambiamento climatico, emissioni di carbonio e uso delle risorse), sociale (disuguaglianza, coesione e salute) e istituzionale (governance: intesa come l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di un’istituzione, di un fenomeno collettivo).


Soprattutto la realtà dei cambiamenti climatici presenta sfide particolari per le città. Allagamenti, ondate di calore, siccità e altri eventi estremi hanno un impatto fisico sulle città e sulle infrastrutture urbane e, di conseguenza, sulla salute e la mortalità delle popolazioni urbane (si pensi, come riportato nel precedente articolo, ai 7 milioni di morti all’anno nel mondo direttamente o indirettamente legati all’inquinamento). Questi eventi possono anche avere un impatto indiretto sulle comunità e sulle economie urbane attraverso il danneggiamento delle risorse chiave e la creazione di incertezza sul futuro che, insieme, intaccano la fiducia negli investimenti sia nel capitale sociale che in quello finanziario e possono portare a disuguaglianze socioeconomiche.

Queste dovrebbero anche essere viste come una grande sfida per la rigenerazione urbana sostenibile poiché, in un contesto globale, la competizione crescente per le risorse può combinarsi con gli effetti dei cambiamenti climatici e avere un impatto sproporzionato sulle fasce sociali più basse e più vulnerabili. Se questo è già conclamato in certe aree del nostro pianeta, ciò non è meno vero in Italia dove le disuguaglianze si stanno intensificando a causa di una serie di fenomeni demografici ed economici, in particolare l’invecchiamento (con molti anziani che sono meno in grado di far fronte agli impatti ambientali), l’aumento della diversità etnica e del numero di persone che vivono in povertà e/o esclusione sociale.


Questi elementi sono interconnessi e si combinano per produrre diverse configurazioni di vulnerabilità ambientale in una specifica città e le sfide istituzionali alla sostenibilità urbana sono giocoforza legate alle tensioni tra gli approcci tecnici e manageriali top-down alla rigenerazione urbana e alle esigenze, le aspettative e le iniziative ambientali di tipo bottom-up o grassroots (cioè quei movimenti politici di base creatisi in modo autonomo e spontaneo all’interno di una comunità). Questo termine, che è divenuto di uso comune e non è direttamente traducibile in italiano, si richiama al concetto di spontaneità di un movimento che viene alimentato dal basso, a differenza dei movimenti politici o culturali creati e sostenuti da strutture di potere tradizionali e, quindi, alimentati dall’alto. 

È ampiamente riconosciuto che nelle società democratiche i processi di rigenerazione urbana dovrebbero adottare approcci di governance che coinvolgono più parti interessate, inclusi i residenti e altre comunità eventualmente coinvolte.


Tuttavia, troppo spesso vediamo scontri irrisolti tra ciò che le comunità locali vogliono per i loro quartieri da una parte e i piani delle amministrazioni cittadine dall’altra. Inoltre, gli interessi di investitori privati e speculatori si aggiungono al mix e ciò spesso crea blocchi a lungo termine nel processo decisionale o situazioni win-lose che poi generano scontento.

È doveroso sottolineare che la rigenerazione urbana è un modo per riorganizzare e aggiornare i luoghi esistenti piuttosto che pianificare una nuova urbanizzazione ed essa riguarda principalmente i centri urbani in fase di rigenerazione, le ex aree industriali, i quartieri più o meno vicini al centro costruiti nel periodo post-bellico e che stanno affrontando un declino a causa delle mutate condizioni ambientali e, soprattutto, sociali.


I fattori alla base dell’adozione di politiche progettuali di rigenerazione urbana includono pressioni derivanti da importanti problemi economici a breve o lungo termine, deindustrializzazione, cambiamenti demografici, sottoinvestimenti, obsolescenza infrastrutturale, problemi occupazionali strutturali o ciclici, privazioni politiche, tensioni etniche o sociali, deterioramento fisico, e cambiamenti fisici nelle aree urbane.

In genere, le azioni di rigenerazione urbana comportano misure di miglioramento economico, sociale e fisico/ambientale nelle aree in cui si opera e contribuiscono alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile attraverso il “riciclo” (inteso in termini di recupero) di terreni ed edifici, riducendo gli sprechi di demolizione e l’uso di nuovi materiali da costruzione, riducendo la domanda di crescita urbana periferica e facilitando l’intensificazione e la compattezza delle aree urbane esistenti. Di conseguenza, intendiamo la rigenerazione urbana sostenibile come un insieme di azioni, politiche e processi di rigenerazione all’interno di una città, che affrontano problemi tecnici, spaziali e socioeconomici interconnessi al fine di ridurre l’impatto ambientale, mitigare i rischi ambientali e migliorare la qualità dei sistemi urbani, degli stili di vita e risorse.

Le azioni ambientali nella rigenerazione urbana sono incluse in contesti economici, politici (intendendo con l’aggettivo politico sia la teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica, sia inteso nel senso di politica dei partiti), sociali, culturali e geografici complessi. In questo flusso di lavoro è da sottolineare che, per avere successo, le azioni ambientali non dovrebbero essere solo tecnicamente efficaci; devono anche rispondere a una serie di condizioni di sostenibilità che affrontino i suddetti fattori contestuali su scala locale e siano calibrate per ottenere gli impatti necessari a garantire la sostenibilità su scala globale.

Inoltre, riteniamo che questa specificità debba essere presa in considerazione per valutare i successi relativi delle azioni concrete in contesti specifici, che dipendono in larga misura da differenti punti di partenza. A questo punto è lecito domandarsi, che ruolo hanno e dovranno avere gli alberi in tutto nei processi di rigenerazione urbana? Gli alberi sono importanti per le persone – la risposta prioritaria di una recente consultazione pubblica condotta nel Regno Unito dalla Forestry Commission riguardo al futuro delle città è stata semplicemente: “Piantate più alberi!” E gli alberi, in quel paese, sono importanti anche per i politici. I manifesti di partito più recenti contenevano impegni precisi volti a proteggere la quantità di alberi in aree urbane e aumentarne il numero laddove possibile. Impegni che sono stati tradotti in azioni, come nell’impegno del governo, “per lanciare una campagna nazionale di piantagione di alberi”.

Non vi è dubbio che dobbiamo incoraggiare un incremento delle piantagioni anche nel nostro paese – per contribuire a raggiungere gli obiettivi, più volte ribaditi, di riduzione dell’inquinamento, di mitigazione della temperatura, per influire sulla quantità di carbonio stoccato nel medio-lungo termine, per migliorare il benessere collettivo, ecc., e ogni albero può essere importante per il raggiungimento di tali obiettivi come parte di un rinnovato sforzo nazionale per aumentare la copertura arborea complessiva delle nostre singole città e del Paese tutto.


Gli articoli che scrivo per questa rivista online e che riuniscono risultati di ricerche uniti a esempi pratici, cercano di persuadere tutti coloro che sono coinvolti nella pianificazione delle politiche di sviluppo territoriali e gestionali cittadine a pensare positivamente agli alberi – e a diventare i loro paladini e sostenitori. Spero anche che ispirino molte persone e organizzazioni ad avere voce in capitolo e a essere coinvolte direttamente nella pianificazione del loro ambiente locale più sostenibile e, si spera, più verde. Lo sviluppo e la crescita dello spazio in cui viviamo e lavoriamo rappresenta un’opportunità di cambiamento che non può essere posticipata per molti anni. Prendere le giuste decisioni in questi momenti cruciali può influenzare il senso del luogo, la salute e il benessere delle persone per generazioni. Rendere il mondo migliore, un albero alla volta.(https://www.treesaregood.org/)

Bibliografia 

  1. Di Paolo A., F. Ferrini, S. Diamanti, 2016. Rigenerazione urbana. Soluzioni “green” per la città sostenibile. Topscape, 23:55-58.
  2. Di Paolo A., Ferrini F., 2016. Più natura dal principio. Acer, 2:31-3

Francesco Ferrini, Docente di Arboricoltura, Scuola di Agraria – Università di Firenze