Le città sono ecosistemi? Se sì, gli alberi e il verde devono esserne una componente fondamentale, altrimenti sono solo sistemi (più o meno integrati)

23 Giugno 2021

Scritto da Francesco Ferrini. Cercando su Google un’immagine per una presentazione, mi sono imbattuto nell’immagine sotto, la cui didascalia dice “Ecosistema urbano”.

Francamente, per deformazione personale, faccio fatica ad associare la parole “Ecosistema” all’assenza di qualsiasi (o quasi) forma di vegetazione (il che implica poi anche la presenza di animali).

Tuttavia dobbiamo porci la domanda: Le città sono ecosistemi nel senso in cui pensiamo alle classiche aree naturali ed ecologiche al di fuori delle città? Nella città “ideale”, gli spazi urbani dovrebbero essere mosaici di aree verdi fra di loro connessi e composti di biodiversità (comprese le persone), di strutture non biologiche, processi biofisici, flussi di energia e così via e, in tutto ciò, simili a un ecosistema naturale.

Ad esempio, ecco una definizione di un ecosistema naturale: un ecosistema comprende tutti gli elementi non viventi e le specie viventi in uno specifico ambiente. I componenti della maggior parte degli ecosistemi includono acqua, aria, luce solare, suolo, piante, microrganismi, insetti e animali. Potrebbe essere una descrizione di una città. O no (in funzione della città). Ma forse, cosa più importante, pensare in modo esplicito alle città in quanto ecosistemi ci aiuta? Ci offre qualche idea sulla futura pianificazione urbana? Ad esempio, i nostri obiettivi per le città – sostenibilità, resilienza, vivibilità e giustizia sociale – sono più facilmente raggiungibili se pensiamo un concetto di ecosistema urbano?

Molti studiosi dicono, sì, certamente, le città sono ecosistemi. Non tutte, però. Altri sono scettici sul fatto che un concetto di ecosistema sia fondamentale per pianificare città migliori. Il pensiero più comune di questi ultimi si rifà al fatto che un approccio socio-ecologico e paesaggistico alle città è più importante .La nozione di città come ecosistema non è nuova: “l’ecologia delle città” come paradigma fu introdotta alla fine degli anni ’90 e la natura olistica di questo paradigma implica che la città stessa sia un ecosistema.

Gli ecosistemi sono sistemi complessi. La complessità non significa solo che sono complicati (anche se a volte è la prospettiva che noi abbiamo!), ma implica che l’ecosistema abbia quelle che sono chiamate “proprietà emergenti”. Questo è solo un modo sofisticato per dire che il tutto è più della somma delle parti.

Ma come viene definito un ecosistema urbano? È difficile definire i contorni spaziali di qualsiasi ecosistema, e questo è certamente il caso delle città, dove l’impronta ecologica può essere molte volte più ampia del confine geografico della città stessa. Le quantità di cibo, energia e altre risorse naturali e prodotti che fluiscono tra la città e i suoi dintorni sono molto grandi rispetto a quello che viene riciclato all’interno della città. Il filosofo ambientale Mark Sagoff (2003) sostiene che dobbiamo essere in grado di definire un ecosistema prima di essere in grado di comprenderlo, di gestirlo e di sviluppare teorie generali sul funzionamento dell’ecosistema, ma che di fatto mancano i “criteri che determinano che tipo di cose contano come ecosistemi”.

La sfida per le aree urbane è come possiamo definire un singolo ecosistema che comprenda tutta la variabilità che caratterizza una data città. Se non siamo in grado di identificare un singolo ecosistema, non possiamo quindi re-identificarlo nel tempo e di fronte al cambiamento.


Credit photos: https://www.ecologiaoggi.it/ecosistema-urbano-2017/