Impronta ecologica storica: un metodo di analisi e prefigurazione di nuovi scenari progettuali

Impronta ecologica storica: un metodo di analisi e prefigurazione di nuovi scenari progettuali

Relatore:
Correlatore/i:
Laureando/i:
Anno accademico: 2008/2009

Abstract

Impronta ecologica storica - In giallo la dimensione effettiva del domesticheto, in verde la biocapacità ed in rosso l’impronta reale delle comunità.

Impronta ecologica storica – In giallo la dimensione effettiva
del domesticheto, in verde la biocapacità ed in rosso
l’impronta reale delle comunità.

Il percorso di ricerca tenta di contestualizzare il concetto di Ecosistema Territoriale, interpretato come l’insieme di relazioni fra sistema ambientale e società umana, che trova nel suo intorno ambientale la gran parte delle risorse fondamentali per la vita.

Per comprendere le dimensioni e le caratteristiche di quest’intorno – necessario al mantenimento e allo sviluppo d’un ecosistema – e le relazioni da tessere con esso (al fine di non dissipare tutte le risorse), sono fondamentali i concetti di impronta ecologica e di autopoiesi.

La ricerca è stata svolta su comunità ottocentesche della maremma settentrionale, sul cui territorio le relazioni esistenti tra sistema ambientale e società umana sono state esplorate attraverso nuovi percorsi che prevedono l’applicazione delle tecnologie GIS alle fonti storiche -in particolare alle mappe del Catasto Generale Toscano del 1830 e al Censimento Toscano del 1841- permettendo di studiare l’impronta ecologica storica attraverso la connessione degli aspetti geometrico descrittivi della maglia ambientale alle qualità produttive delle risorse e infine alle caratteristiche socio-economiche delle comunità insediate.

Attraverso questo metodo innovativo, si ha la possibilità di comprendere e riprogettare in chiave attuale una serie di equilibri ambientali e sociali durevoli, che possono favorire un riavvicinamento concreto ad un concetto di utilizzo sostenibile del territorio.

La ricerca ha avuto come obiettivo lo studio dei processi di relazione interni ad una società della metà dell’ottocento e il loro riflettersi sul territorio come impronta e quindi di organizzazione e gestione delle risorse. La complessa struttura e forma del domesticheto è il risultato dei processi che legano gli abitanti con il contesto ambientale mettendo in risalto le fitte relazioni fra domesticheto, inteso come proprietà dei residenti, e impronta ecologica. L’impronta ecologica, intesa come bilancio fra modelli di consumo e disponibilità di beni, acquisisce inoltre una dimensione spaziale fortemente legata alle caratteristiche locali dei territori e alle dinamiche sociali delle comunità. La richiesta di beni si relaziona con la reale capacità produttiva dell’ambiente circostante andando a formare un ecosistema territoriale le cui dinamiche relazionali sono regolate dall’impronta ecologica stessa.

Il metodo dell’impronta ecologica storica si propone come un percorso parallelo a quello della definizione dei patrimoni territoriali e degli statuti ambientali, prefigurando così uno scenario entropicamente adeguato che contribuisce alla progettazione di nuove risorse per il riequilibrio ecologico del territorio.

Intervenendo sui processi -e non sulle componenti dell’impronta- e sulle relazioni spaziali attraverso l’ausilio di tecnologie “territorializzate”, si possono delineare nuovi scenari di sostenibilità in cui l’impronta ecologica è guida della progettazione ricostruendo relazioni fra contesti ambientali e comunità. Un’impronta che risulta quindi estremamente “territorializzata” e che di conseguenza mira a ridurre l’impatto e ad esaltare le dinamiche locali e le caratteristiche del territorio.