Analisi e proposte di riqualificazione della Rocca Malatestiana di Fano. Tutela e recupero del patrimonio storico-architettonico

Analisi e proposte di riqualificazione della Rocca Malatestiana di Fano. Tutela e recupero del patrimonio storico-architettonico

Relatore: Prof. Arch. Silvio Van Riel
Correlatore/i: Prof. G. Cruciani Fabozzi, Arch. Iader Carlini
Laureando/i: Samantha Bruscia
Anno accademico: 2000/2001

Abstract

 

 Rocca

Premessa

L’edificio è situato a Fano in provincia di Pesaro-Urbino e sorge sul lato nord-est del centro storico. La pianta dell’edificio è di forma quadrangolare con dei bastioni negli angoli (eccetto l’angolo nord-est, dove fino alla seconda guerra mondiale sorgeva la torre di vedetta). L’impianto si distribuisce attorno ad un cortile quadrangolare; la sua volumetria, che comprende anche la scarpata che termina nel fossato sottostante, è imponente sia in altezza che in larghezza e sembra volere incutere timore agli edifici circostanti. Il prospetto principale su Piazzale Sigismondo Pandolfo Malatesta presenta un ponticello a due arcate ed il portale che permette l’accesso alla Rocca. Allo stato attuale l’edificio viene in parte utilizzato per esposizioni temporanee di vario genere.

L’Edificio: storia

Secondo il Bertozzi i lavori per la realizzazione della Rocca Malatestiana sono iniziati nel 1438 sotto Sigismondo Malatesta che, con la collaborazione del Nuti e le consulenze del Brunelleschi, curò la progettazione. L’intervento si concluse con l’erezione del Mastio, oggi diroccato. La datazione precedente non si riferiscono a un edificio ex novo, ma a dei lavori di ristrutturazione su una fortificazione già esistente e importante per la città e per la sua posizione marittima. La parte più antica del fortilizio é la Rocchetta sorta probabilmente su resti romani e medievali; sembra che nei pressi della Rocchetta sia sempre esistito un porto, un bacino o un semplice attracco, sia in epoca romana e poi in epoca medievale giustificando il rafforzamento di quella parte di città con una torre più eminente. Tutti i lavori eseguiti sulla rocca s’inseriscono nelle iniziative di rafforzamento militare promosse da Sigismondo per la città di Fano e per altri castelli; tali iniziative sono favorite dalla presenza a corte del Brunelleschi, tra l’agosto e l’ottobre del 1438, e di Matteo Nuti che lavorò alla rocca dal 1437 al 1448. Dagli anni 1430 al 1452 (anno delle lapidi), fino al 1463, anno della capitolazione della signoria malatestiana, i lavori di sistemazione e di miglioramento funzionale della rocca non s’interrompono mai. Le lapidi, oggi scomparse, che comparivano su due pareti del mastio, attestavano che Sigismondo aveva concluso i lavori nel 1452. Nel 1517, dopo i danni subiti in seguito all’assedio di Francesco Maria della Rovere, il Sangallo interviene sul torrione est, rendendolo quasi un bastione con l’inserimento di una bocca da fuoco. Oggi si accede alla Rocca attraverso un ponte in muratura di due arcate; la corte interna é delimitata dal muro di mandamentale): questa parte della rocca, originariamente terrazzata, fu elevata di un piano e coperta a tetto per ospitare le stalle alle quali sì accedeva con una scala a rampa i cui resti emergono sul lato nord-est della rocca. In occasione dei due terremoti del 1916 e del 1930 la Rocca Malatestiana di Fano é seguita da un’ondata di restauri; nel 1932 il Locchi é intervenuto con un rifacimento di merlature e camminamenti sul prospetto nord-ovest, ovvero sulla rocchetta e sul mastio. Nel 1944, al termine della seconda guerra mondiale, in seguito alla fuga delle truppe tedesche in ritirata, l’edificio venne minato e il mastio scomparve.

Storia della città

Le prime popolazioni che occuparono il territorio fanese furono i Piceni (sec.X-VII a.C.), i Greci (sec VI-V a.C.), e i Galli (350-300 a.C.); vari ritrovamenti documentano e testimoniano oggi questi importanti momenti storici. I Romani, battuti i Samiti, gli Etruschi, gli Umbri e i Galli nella battaglia del Sentino (295 d.C.) fondano Sena Gallica (284 a.C.), Ariminum (268), Pisaurum (184) come centri militari difensivi. Potrebbe risalire a questi anni l’erezione del Fanum Fortunae, (anche se non si sa da chi e perché), intorno al quale si formò un piccolo borgo. Nei documenti storici si parla per la prima volta di Fanum nel De Bello civili(49 a.C.). Con il restauro della Flaminia ad opera di Augusto (periodo successivo al II triumvirato) (27 a.C.), Fanum comincia ad acquistare importanza. Intorno al 10 a.C. Augusto fa cingere Fanum di mura e gli dedica la monumentale porta-arco a tre fornici. Altre costruzioni del periodo: Basilica di Vitruvio, Foro e Tempio di Giove. Si costruisce il porto e nel 76 d.C. Vespasiano apre la galleria del Furlo.  La più evidente testimonianza della romanità di Fano è fornita dalla trama stessa delle attuali vie urbane che ricalcano con la loro ortogonalità l’antico impianto coloniale sul cui schema la città ha, nei secoli, continuato a rinnovarsi. Lo stesso principio di struttura regolare si proietta sul territorio con il tracciamento dei limites centuriali. Nella struttura urbana di Fano, al primo impianto di origine romana, si è sovrapposto in periodo medioevale un nuovo tessuto che ha dato alla città l’aspetto che in pratica ci è pervenuto fino ad oggi. Un momento importante per Fano fu il dominio malatestiano. In questi 107 anni, dal 1357 al 1463, i cittadini di Fano condussero una vita agiata e prospera, grazie ad una piccola corte che favoriva le arti e le lettere; con le sue opere abbellì e fortificò la città di Fano. In tale periodo ci fu anche l’ampliamento verso occidente e mezzogiorno del nucleo urbano ( Addizione Malatestiana). La Rocca Malatestiana, opera di Matteo Nuti, architetto dei Malatesta, fu edificata nel 1438 ad opera di Sigismondo Pandolfo Malatesta, a cui è dedicato il piazzale antistante la Rocca.

L’intervento

Il consolidamento dell’edificio nasce dalla volontà di recuperare un patrimonio edilizio storico che  fa parte integrante della città di Fano e della sua storia, oltre che dall’esigenza di dotare la città di nuovi spazi pubblici a servizio della collettività. Il progetto che viene proposto tiene conto dei problemi strutturali e di degrado che  riguardano la Rocca Malatestiana di Fano; questi, attraverso un progetto di recupero altamente conservativo, vengono affrontati e risolti. La nuova destinazione proposta risponde alle reali esigenze dell’Amministazione Comunale che ha sempre dimostrato l’intenzione di dedicare sempre più spazio alle manifestazioni culturali ; la Rocca verrà adibita a esposizioni e a spettacoli all’aperto. L’ottima ubicazione e la presenza limitrofa di servizi importanti (aree a parcheggio, spazi pubblici, servizi pubblici) hanno sicuramente favorito tale scelta progettuale

Linee guida del progetto 

L’impianto distributivo originario ha conservato la sua logica funzionale nel progetto presentato. L’edificio composto da due piani fuori terra, ospiterà al piano terra, vicino l’ingresso, due uffici amministrativi, un locale dedicato all’accoglienza e all’informazione e due  adibiti a deposito. Gli altri locali presenti al piano terra e accessibili dal cortile interno saranno adibiti in parte a sale espositive (lato mare) e in parte a camerini (lato città) a servizio del teatro all’aperto presente nel cortile interno. Alcuni dei vani che si affacciano nella corte interna saranno utilizzati come depositi a servizio delle attività culturali e di spettacolo. Uno di questi vani sarà utilizzato come locale tecnico e accoglierà i quadri elettrici del piano terra. I vani al piano terra che si affacciano sul cortile non sono collegati fra loro e hanno entrate indipendenti; essi  hanno in comune solo il cortile da cui si accede. Nel progetto, tenendo conto di questa particolarità, ho cercato di unificare gli ambienti attraverso la loro destinazione d’uso e ho pensato l’edificio come una struttura che abbia il suo sviluppo vitale nei periodi caldi dell’anno. Sarebbe piuttosto problematico utilizzare gli ambienti del piano terra adibiti ad esposizioni nei periodi freddi e piovosi;  il fatto di non essere collegati tra loro crea dei disagi ai visitatori. Tenendo conto di un utilizzo prevalentemente estivo della struttura e che il piano primo, ristrutturato negli anni ’80, possiede già termosifoni elettrici per il riscaldamento, ho optato per dotare l’intero edificio di termosifoni elettrici. In questo modo creo uniformità nel sistema di riscaldamento dell’edificio; esso comunque è stato predisposto per essere utilizzato in poche occasioni durante l’anno e quindi anche il forte consumo di energia che utilizza questo genere di impianto viene giustificato  dall’utilizzo saltuario della struttura in inverno. Al piano terra è stato anche creato un bar e i servizi igienici che saranno utilizzati sia in funzione delle attività espositive che del teatro all’aperto. La corte interna, oltre a prevedere una zona per spettacoli estivi , avrà due zone adibite a esposizioni all’aperto; la parte del cortile in cui sorgono gli alberi sarà lasciata a verde. Il piano primo è oggi raggiungibile solo attraverso una scala lignea; non c’è la possibilità di realizzare un ascensore, o strutture simili come richiede la legge sulle barriere architettoniche. Gli ambienti hanno delle strutture voltate che non permettono tale realizzazione; quindi l’unico punto di collegamento rimane la scala lignea che verrà sostituita con una scala in vetro. La scala di accesso al piano superiore sarà realizzata con una struttura di vetro e acciaio; in questo modo risulterà più leggera e permetterà al visitatore di vedere la rampa originaria sottostante. Dalla scala si accede direttamente al locale tutt’ oggi utilizzato come sala mostre; ristrutturato negli anni ’80, questa sala ha bisogno solo di alcuni interventi alla struttura di copertura. Per il resto verrà lasciato tutto allo stato attuale; la pavimentazione, l’impiantistica sia elettrica che illuminotecnica, gli infissi e le porte sono recenti, quindi verranno mantenuti. La sala continuerà ad essere utilizzata per esposizioni di vario genere; nel mio progetto tale esposizioni continueranno anche all’esterno, sul camminamento di ronda che percorre quasi tutto il primo piano. Infatti da questo locale si accede al camminamento in passato utilizzato per gli avvistamenti dei nemici; questo spazio, oggi inutilizzato, merita di essere rivalutato, sia perchè da qui il visitatore potrà godere di un panorama particolarmente suggestivo, sia perchè è parte integrante dell’edificio stesso.

Il consolidamento

Dal punto di vista tecnologico e strutturale si è cercato di reimpiegare il più possibile i materiali e gli elementi esistenti, adottando opportuni accorgimenti di rinforzo, senza mascherare le eventuali  necessarie sostituzioni. L’intervento si caratterizza per l’alto grado di conservazione della sostanza materica dell’edificio. Tutti gli elementi costitutivi vengono consolidati, riparati, affiancati a elementi di rinforzo e sostituiti . I materiali strutturali privilegiati sono il legno e il ferro. Il complesso manterrà l’immagine originaria sia all’interno che all’esterno.

 

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