Ex Stalle Medicee a Seravezza.

Ex Stalle Medicee a Seravezza.

Relatore: Prof. Arch. Silvio Van Riel
Correlatore/i: Arch. Cristina Franchini
Laureando/i: Silvia Della Bona
Anno accademico: 1999/2000

Abstract

 

Stalle

Premessa

L’edificio è situato nell’Alta Versilia , a Seravezza in provincia di Lucca a circa 6 km dal mare. La Comunità di Seravezza è circondata dai comuni di Stazzema, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Montignoso e Massa.Centro commerciale ed industriale della   Versilia, situato ai piedi di un contrafforte del versante tirrenico delle Alpi Apuane, Seravezza è il capoluogo del comune omonimo, racchiuso     nel triangolo formato dalla confluenza del torrente Serra e Vezza, dove sorgono le ex stalle medicee. L’illustre Comunità, ricca di storia e d’arte, si trova immersa tra il bianco delle cave e il verde degli alberi. La Comunità di Seravezza, oggi è un piccolo centro di notevole importanza per la ricchezza degli agri marmiferi, per i moderni metodi di escavazione e della lavorazione del marmo, dal Rinascimento ai giorni nostri ha avuto un decisivo ruolo nella storia della Versilia, quale fonte e fulcro di vita economica.

Storia della cittadina

Il territorio di Seravezza  con quello di Pietrasanta andò soggetto a drammatiche vicende militari, prima sotto la dominazione dei Lucchesi e dei Genovesi  infine e definitivamente sotto il dominio delle truppe fiorentine. I fiorentini guidati da Bernardo del Nero costrinsero alla resa Seravezza  e dintorni e a costituire la capitolazione, firmata nella Rocca di Pietrasanta il 27 novembre 1484. I Medici a Seravezza non rappresentarono solo un nuovo padrone, ma portarono, una ventata di novità in ogni campo. La sede del Capitanato che comprendeva anche Seravezza, era Pietrasanta dove risiedeva un Governatore inviato dai Medici nella regione con poteri civili e militari. Il Capitanato di Pietrasanta si trovava a far parte di quella frontiera di nord-ovest del principato mediceo, che era in realtà un’area quanto mai intricata di piccoli stati e domini diversi, in mezzo ai quali Firenze aveva cercato di espandere la propria egemonia politica ed economica. Il Capitanato infatti si trovava inserito in mezzo a territori della Repubblica di Lucca e del Ducato estense. All’origine dell’importanza strategica di questa zona e del conseguente interesse di Firenze per essa, era la presenza dell’antica via Francigena o Romea, che era stata uno dei grandi itinerari medievali, ad un tempo via di pellegrinaggio e commercio. Il territorio che una volta costituiva il Capitanato di Pietrasanta è oggi rappresentato all’incirca dai Comuni di Pietrasanta, Seravezza, Stazzema, Forte dei Marmi. Molto importante era Seravezza per la sua posizione baricentrica, che consentiva già da allora un buon collegamento sia con Pietrasanta che con le miniere e cave e per le particolari condizioni di clima nella primavera e nell’estate. E’ soprattutto grazie a Cosimo I dei Medici, che già nei primi anni del suo governo cercò d’imprimere un certo dinamismo in questa area, promuovendo la riattivazione della miniera del Bottino, già usata dagli antichi, e lo sfruttamento intensivo dei vasti agri marmiferi del M.Altissimo e di Stazzema. Le attenzioni del Granduca erano rivolte alle cave, alle miniere ma anche all’agricoltura del  Capitanato. Per controllare meglio le attività delle  cave e le miniere del Bottino, Cosimo I intorno al 1561 iniziò la costruzione del casino granducale oggi detto il Palazzo, sulla riva destra del torrente Vezza o Ruosina, ai piedi del Monte Costa. Cosimo I, quando lasciò il governo della Toscana a suo figlio Francesco nel 1564, volle riservarsi le cave e le miniere del Capitanato di Pietrasanta con tutte le sue entrate, ed è così che continuò ad occuparsene fino alla morte. Come già accennato, anche Francesco I venne più volte a Seravezza, infatti lo troviamo nella Comunità dal 1578 al 1583, dopo la morte di sua moglie Giovanna d’Austria, in compagnia di Bianca Capello, dove c’è tutta una leggenda sugli amori e sulla presenza di quest’ultima a Seravezza. Nel 1587 succede a reggere il Granduca Ferdinando I, il quale venne a Seravezza diverse volte con la Granduchessa e la corte. Il Granduca vi passò anche la primavera del 1596, sempre accompagnato dalla Granduchessa Cristina. Alla morte del Granduca Ferdinando I, Maria Cristina di Lorena è per testamento lasciata padrona del Capitanato con tutte le ricchezze e con facoltà di esercitare ogni giurisdizione civile, criminale e militare. Dal 1609 il soggiorno di Maria Cristina in questa terra e particolarmente nella sua dimora a Seravezza si fa più frequente. Nel 1611 grazie a Maria Cristina, furono restaurate numerose chiese della Versilia e continuata la strada dei marmi iniziata da Michelangelo. Quando la famiglia Medici decadde e subentrano gli Asburgo-Lorena si ebbe un declino del Capitanato. Ma è grazie soprattutto a Leopoldo II ,e la sua politica di riformatore, che la Comunità di Seravezza nella seconda metà dell’800, diventò un centro industriale e commerciale di notevole interesse.

L’edificio nella storia

L’edificio fu costruito nella seconda metà del ‘500 con funzione di scuderia del vicino Palazzo Mediceo. Il Palazzo fu edificato a Seravezza da Cosimo I, Duca di Firenze tra il 1561 e il 1565 per controllare le cave di marmi e tutti i suoi possedimenti. In questo periodo storico Seravezza faceva parte del Capitanato di Pietrasanta dominio  dei Medici dal 1513. Testimonianza di come fossero state le stalle alla fine del ‘500 è la lunetta dipinta dal pittore fiammingo Giusto Utens, il quale fece una rappresentazione fedelissima quasi fotografica del paesaggio. Attraverso il dipinto conservato nel museo ”Firenze com’era” a Firenze, è possibile osservare l’edificio nella sua interezza: le scuderie avevano un grande portale contornato da marmo bugnato simile all’ingresso del Palazzo Mediceo e cinque grandi finestre di aerazione nel sottotetto, successivamente tamponate. Intorno al 1782, Pietro Leopoldo non potendo mantenere l’intera area medicea, cedette il Palazzo con le sue adiacenze alla Comunità di Seravezza, e questa a sua volta alla R.Magona del ferro, trasformando le scuderie  in carbonile ed il Palazzo in sede amministrativa e deposito. Alla fine del ‘700 venne costituita a Seravezza l’Accademia dei Costanti, che chiese ed ottenne d’insediare il proprio teatro in una parte delle antiche scuderie granducali. Iniziarono i primi cambiamenti a livello strutturale dell’edificio, infatti furono tamponate le grandi finestre di aerazione ed il portale d’accesso; anche la falda del tetto cambiò la sua forma originale venendo sostituita da copertura a due spioventi sormontata da capriate con armatura in ferro con l’aumento anche dei muri perimetrali e quindi anche del soffitto del teatro. Alla fine dell’800 Seravezza attraversò un momento economico felice grazie all’escavazione ed alla lavorazione del marmo dovuta soprattutto all’inserimento nella comunità di numerosi imprenditori stranieri in particolare inglesi, francesi, e belgi. E’ grazie a questo momento positivo della Comunità  che il teatro fu soggetto a notevoli migliorie interne. Da una descrizione dell’ingegnere comunale Botti, il teatro conteneva palchetti e palchettoni in legno sorretti da colonne di ghisa in stile floreale, aveva poltrone rivestite di rosso ed inoltre vi erano degli affreschi rappresentanti capitelli e lesene alla base delle capriate. La capienza del teatro era di circa 350 posti ed inoltre erano presenti delle uscite di sicurezza sulla strada. Il teatro dei Costanti fino al 1919 fu sede del teatro della comunità, ed è proprio in quell’anno che il comune lo affittò ad un privato per 35 anni e questi a sua volta lo subaffittò nel 1936 al Dopolavoro di Seravezza. Il fabbricato in questi anni si trovava in cattive condizioni proprio per questo il Dopolavoro spese una cifra considerevole di circa lire 50.000 che il comune non avrebbe potuto restituire se non attraverso l’alienazione dello stabile. In questa ristrutturazione venne aggiunto un altro volume di altezza  inferiore che conteneva l’accesso, la biglietteria e la centralina elettrica inoltre furono coperte le capriate con un controsoffitto. Nel secondo dopoguerra la proprietà venne trasferita all’ENAL: Ente Nazionale Assistenza Lavoratori. Solamente nel 1977, con lo scioglimento dell’ENAL, l’edificio venne trasferito alla Regione Toscana e nel 1988 consegnato al comune. Il fabbricato è  abbandonato da più di vent’anni e si trova in stato di forte degrado, basta dire che dopo diversi sopralluoghi si è potuto constatare che le uniche parti recuperabili sono le murature.

 L’ipotesi di progetto

Il fabbricato delle Ex stalle Medicee si trova situato in un’area medicea di notevole importanza dal punto di vista storico-culturale, si ritiene opportuno quindi che il recupero e valorizzazione delle ex stalle medicee o ex Teatro-Costanti, sia inserito in un progetto riguardante l’intera Area Medicea. L’Area è composta da Palazzetto Mediceo, la Cappellina Medicea, l’ex ferriera o segheria, ed il giardino. Il Palazzetto Mediceo è attualmente un centro culturale di notevole importanza dell’Alta Versilia, infatti ospita il Museo del lavoro e delle tradizioni popolari dell’Alta Versilia storica, mostre di pittura importanti come quella di Viani e Fattori, ed inoltre nel palazzo ha sede la biblioteca e l’Archivio Storico Comunale. Nella cappellina sconsacrata vengono fatte mostre di scultura e si trova in ottimo stato di conservazione. Per quanto riguarda l’ex ferriera è stata recentemente comprata da artisti stranieri, e verrà ristrutturata dando vita ad un atelier di scultori. Il giardino mediceo è stata parzialmente ricostruito, ma persiste l’orrendo campo sportivo nato negli anni “50. Il progetto di recupero delle Ex Stalle Medicee prevede che nella parte del fabbricato lungo la strada via Palazzo, verrà insediata una sala polifunzionale mentre il vano verso la montagna verrà utilizzato come centro di accoglienza  per i visitatori del Parco delle Alpi Apuane. La sala polifunzionale, potrà ospitare  160 persone, visto l’insufficiente capienza della sala ‘del Caminetto’ nel Palazzo Mediceo, e questa potrà essere utilizzata sia dai visitatori del Parco delle Alpi Apuane che dai cittadini della Comunità come sala conferenze e per manifestazioni culturali. Il vano al lato monti verrà utilizzato oltre che come centro di accoglienza e assistenza per i visitatori del Parco delle Alpi Apuane anche come sala esposizione e centro di documentazione sull’ambiente e le risorse del parco. E’ da sottolineare che la zona in cui si trovano le stalle medicee risulta inserita nell’ambito del ‘Parco delle Alpi Apuane’ istituito con legge regionale del 21 gennaio 1985. Tra gli scopi del parco vi è la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici, ambientali, il restauro dell’ambiente naturale e storico (…) inoltre il parco ha lo scopo di salvaguardare il rapporto tra l’uomo e la natura, per garantire uno sviluppo economico che sia compatibile con l’equilibrio ambientale. Seravezza, il capoluogo, è diventata dal novembre 1991 la Porta del Parco delle Alpi Apuane del versante versiliese. Il Parco delle Alpi Apuane è uno dei pochi parchi aperti in Italia, in quanto comprende all’interno dei suoi confini, su una superficie di oltre 54.327 ettari, numerosi centri abitati.

Il consolidamento

Premesso che sulle strutture murarie di fondazione non sono presenti segni di assestamento, fessurazioni o lesioni ascrivibili a cedimenti fondali, sono state previste in fondazione cordoli in c.a. laterali e scannafossi. Sono stati progettati nuovi solai  all’interno dell’edificio in legno e laterizio, visto che quelli esistenti sono crollati. I solai saranno tutti irrigiditi, con barre in acciaio collegate alle murature. A piano terra verrà realizzato un solaio-camera in latero-cemento. Le scale progettate avranno la funzione di collegare il piano terra con gli uffici del primo piano ed il piano terra con il palco. Le scale saranno costruite in ferro e legno, realizzate con tubolare, lastre di ferro e gradini in legno. Sulle coperture verranno realizzati  due tipi di interventi: riprogettazione e  consolidamento dell’esistente. Si deve tenere conto che l’intervento fatto sulle coperture tenderà a mantenere la stessa tipologia di copertura originaria ormai fortemente degradata. Saranno riprogettate 4 coperture in legno e pianelle in laterizio ed una di queste  sarà consolidata, inoltre verrà inserito in tutto il perimetro della muratura portante un cordolo in cemento armato in base al D.M. del novembre del 1987 sulle murature. Nella copertura del teatro verranno recuperate le capriate originarie. Su i muri perimetrali saranno ripristinati i piccoli crolli presenti con pietrame e malta, inoltre saranno effettuate delle iniezioni con barre inox ogni metro quadrato di muro.

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